Gli Spriss Rangers incontrano i Ducks

Si è compiuto venerdì 21 giugno, alle ore 21.00, quasi in concomitanza del solstizio d’estate, da sempre evento carico di mistero e suggestione. Probabilmente è per questo che il match tra gli Spriss Rangers e i Ducks ha avuto un che di mistico e magico.
Tant’è che, seppur sforzandoci, non siamo in grado di ricostruire con esattezza che cosa è accaduto in campo nei sette inning che si sono succeduti all’imbrunire del giorno più lungo dell’anno.
Più che un resoconto, sarà quindi un racconto, un insieme di suggestioni e di visioni.
Ci ricordiamo di una Genny Gregorin che gira la mazza con foga, spedendo la palla lontano fra prima e seconda base. Un Cris Fabbro che raccoglie la solita palla impossibile in interbase e la silura in prima. Un Gabriele “Go” Bonutti che non ne manca una in terza base. Un Raoul Braida che, salito sulla pedana di lancio come un antico sacerdote, rivolge gli occhi al cielo illuminato dagli ultimi raggi del disco solare, invocando sonoramente gli dei. Una Giulia Sandrin che, per onorare il suo nome, cerca di ripetere l’incantesimo del bunt. Un Nick Centini che ruba una base in terza, gettandosi in scivolata e afferrando il sacco con la mano, per poi correre ancora verso casa base e segnare un punto, ricoprendosi di terra rossa.
Una Suna Leghissa che pare una dea dalle mille braccia. Una Elisa Ricupero e una Giulia Galantucci che vanno incontro alla palla senza paura. Un Emiliano Zotti che si offre in sacrificio, immolandosi in box di battuta per i suoi compagni di squadra. Una Sheila Burelli e un Federico Miniussi che, novelli sciamani, pronunciano parole magiche ad Alba Zulini facendole segnare strike. E due possenti Valeriano Pozzar e Thommy Miani che intimidiscono gli avversari con la loro sola presenza. Un Luca Cotza che corre corre, incontro al sole che si perde all’orizzonte.
Finisce così, con il miracolo che si compie: perché mentre i Ducks sono riusciti a segnare 22 punti, gli Spriss Rangers superano per la prima volta la doppia cifra e ne portano a casa 11.
Termina così questo magico match, con gli Spriss Rangers che si riuniscono in cerchio tribale e urlano il loro nome.
Anche se hanno perso, è pur sempre la notte più breve dell’anno e la si deve festeggiare con abbondanti libagioni e folli racconti notturni.