Sammy Sosa nel Club dei 500

L’ingresso nel Club degli Immortali, un ristretto club di 18 giocatori che hanno raggiunto un traguardo che li consegna alla storia: questo è stato il primo fuoricampo 2003 per Samuel ‘Sammy’ Sosa, il primo fuoricampo dell’anno ma il 500esimo di una straordinaria carriera.

Samuel Sosa, meglio noto come Sammy, è il prodotto di un’isoletta che tanto da al baseball americano e mondiale, anzi di una parte dell’isola di Hispaniola, quel paradiso turistico chiamato Repubblica Dominicana. Nel 2003 sono 79 i giocatori dominicani in Major, 1.437 nelle Minors. Numeri impressionanti, tanto che nel 2002 il possibile sciopero fece tremare l’economia di quel piccolo stato (le rimesse dei giocatori sono la seconda fonte di valuta).

Più precisamente Sammy Sosa è figlio della "Città del Baseball", San Pedro de Macoris, città che fornisce un numero impressionante di Major Leaguers (un altro nome? Alfonso Soriano…).

In questi ultimi anni la lotta per il titolo di fuoricampista, per il superamento delle mitiche quota 60 di Babe Ruth e quota 61 di Roger Marris, ha segnato le stagioni. Qualche anno fa ci fu il testa a testa tra Mark McGwire e la stella dei Chicago Cubs, appunto Sosa.

Poi McGwire appese il guanto al chiodo. Ma le sfide proseguirono. Stavolta è Barry Bonds a sfidare sempre lui, Sosa.

Sammy Sosa, l’eterno quasi home run king, è stato il più costante dei fuoricampisti dell’ultimo lustro.

Quando a George Walker Bush, futuro Presidente degli Stati Uniti (ed un tempo proprietario dei Texas Rangers), chiesero quale fu il più grave errore della sua vita dovettè ammettere: è stato cedere Sammy Sosa ai Cubs.

Ed ora Sosa è li, nel club dei 500, nell’Olimpo del baseball, immortale fra gli immortali.

E la corsa continua.