L’epica vittoria degli Spriss Rangers

«Cantami, o Diva, di Luca Cotza
l’ira funesta.»

Inizia così il poema epico che narra le gesta dei valorosi Spriss Rangers. Avremmo voluto, e dovuto, scriverlo in esametri dattilici, ma è già tanto se, dopo le 23 birre bevute per festeggiare, riusciamo a scrivere delle frasi in italiano di senso compiuto.
Dopo 12 incontri, finalmente gli Dei dell’Olimpo hanno rivolto il loro sguardo benevolo al manipolo di coraggiosi guerrieri redipugliesi.
Venerdì 5 luglio, infatti, sul campo di Staranzano contro i Ducks, gli Spriss Rangers hanno realizzato incredibili azioni evidentemente ispirate dalla grazia divina.
Il temerario Nick Centini, novello Achille, pretende di indossare la pesante armatura per intimorire gli avversari. E fa bene, perché la semidea Serena Filiput mira il suo guantone e, seguendo i suoi segnali, sbaraglia tutti con 5 strike out consecutivi.
La partita procede tutta sul filo di lana, con un punteggio che non riesce mai a pendere nettamente da una parte o dall’altra.
I punti si susseguono, sia per i Ducks che per gli Spriss Rangers, con clamorose gesta in battuta di Raoul Braida, Federico Miniussi, Emiliano Dal Canto, Thommy Miani, Elisa Ricupero, Luca Cotza e Genny Gregorin.
Perfino Valeriano Pozzar, nonostante le sue reticenze, non può opporsi al Fato e arriva salvo in prima dopo una potente e insidiosa valida.
Luca Cotza batte, ma viene eliminato in prima base per un soffio, ed è lì che scatta la sua ira funesta.
Alba Zulini si erge sulla pedana di lancio come una ninfa e, con eleganza, mette a segno delicati strike.
Suna Leghissa, come una Medusa, trasforma gli avversari in pietra con il suo sguardo dalla casa base e Giulia Galantucci si sposta in difesa con un’agilità da dea della caccia, realizzando quasi un’eliminazione al volo e una presa spettacolare in seconda base.
Ma gli Spriss Rangers OSANO e sfidano il Fato. Perché rubano, rubano basi.
Genny Gregorin conquista la terza base con rubata felina e arrivo con spettacolare, quanto rischiosa, scivolata a crocifisso. Federico Miniussi corre e ruba, insozzandosi i pantaloni della divisa da vero guerriero. Centini osserva gli avversari e, con mirabile agilità e scaltrezza, ruba un punto a casa mentre tutti si chiedono da dove si sia improvvisamente materializzato.
All’ultimo inning, per Zeus, per Apollo e per Diana, avviene il sorpasso. Miniussi segna infatti il sedicesimo punto.
Alcuni Spriss Rangers quasi piangono. La tensione si fa concreta, i cuori battono, il pubblico ammutolisce (tranne il fedele Zotti che, infortunato, sta consumando le sue corde vocali sugli spalti da ore).
Inizia il settimo e ultimo attacco dei Ducks.
Il prode Centini, su battuta farlocca di un avversario, si toglie la maschera e raccoglie la palla nel guanto, eliminandolo al volo. Richiama la prima base Giulia Sandrin che, perfusa dalla benevolenza degli Dei, riesce a toccare il sacco di prima base ricevendo la fiocinata di Centini ed eliminando così il corridore che aveva staccato per correre in seconda.
Due out. Un punto di vantaggio.
Ed eccola lì: la pallina parte forte, battuta dalla mazza dell’avversario, e arriva dritta nel guanto di Gabriele “Go” Bonutti in terza base che, con incredulità di tutti i presenti, mette fine gloriosamente al match con il terzo out.
Ed è un tripudio. Come aver espugnato le mura di Troia.
Gli Spriss Rangers si abbracciano, urlano, esultano per festeggiare la loro prima, sudata, meritata, vittoria.
Sacrificando poi, fino alle prime luci dell’alba, copiose quantità di birra, bevanda sacra agli Dei.

«Questi furo gli estremi onor renduti
ai valorosi avversari Ducks.»